Ci vorrebbe un manuale di psichiatria. Invece basta sentire Violante e Bersani che sostengono il candidato della sinistra. Sì, ma non del Pd, sconfitto amaramente.
Vendola è una persona che con la politica non c’entra nulla. Sembra il buon samaritano. Quando lo ascolti pare di sentire il Bondi di sinistra. Sempre cortese, educato. Mai una parola sopra le righe. Senza aver compreso che nell’epoca di sua impunità senza vergogna – che gira per l’Italia indossando parrucchini e dimenticandosi poi di attaccarseli alla pelata – l’educazione fa rima con prostrazione. Non si può affrontare un uomo senza regole col savoir faire. Bisogna combattere ad armi pari. Nella Puglia che prima fu di Fitto – scappato in parlamento per paura di finire in carcere e ben sapendo che lì a Montecitorio è in ottima compagnia con chi è ricercato dalla giustizia – e ora di Vendola circola un’aria di santità. Il volto buono del compagno Nichi, con l’immancabile orecchino e quella pettinatura da bravo ragazzo, ha dato inizio ad una campagna elettorale senza partiti. Chi ha scelto Vendola ha visto la persona prima del partito. Dimenticando, però, le scelte sbagliate fatte sulla sanità. Ma si sa, in Italia i malati – diceva Carmelo Bene – devono dare da mangiare ai dottori, non essere guariti. Imperativo categorico di tutte le asl d’Italia.
E mentre Casini – da buon democristiano – cerca la pagnotta a destra e a sinistra, avendo appreso l’arte da quel genio della politca di Mastella da Ceppaloni, meglio noto come il ministro dall’indulto facile, i servi del Cav. scrivono le leggi per il capo per proteggerlo dal carcere.
Il Parlamento dei nominati scrive le leggi ad personam dopo essersi ben predisposto ad pecoram al cospetto del capo che ha un debole per quella posizione, come le donnine da lui ospitate nei vari lettoni hanno testimoniato nei mesi addietro.
Tutti gli italiani hanno gioito per le nozze della Gelmini, prossima mamma. Si sono svolte di notte. Si temevano agguati di prof incazzati e pronti a scaraventare sulla furba ministra, diventata avvocato chissà come, non riso e fiori ma decreti legge col licenziamento in tasca.
Le cronache raccontano di un Tremonti pieno d’orgoglio per la sua finanziaria. È riuscito lì dove la Grecia ha fallito: a raccontare balle spacciandole per vere. Uno come lui potrebbe rischiare di diventare il prossimo clown in tour per il mondo a vendere sorrisi e speranze dell’Italia. Con la faccia di bronzo che si ritrova e quella voce intonata le platee lo accoglierebbero con molto entusiasmo.
Infine D’Alema. È riuscito a prendere il posto che era di Rutelli. Ora si vanta di essere il presidente del Copasir. Lui che conosce il silenzio, tranne quando diventa lo zerbino di Silvio, assicurerà un’ottima protezione ai servizi segreti. Un posto di guardia per chi ha considerato sua impunità un padre della patria, offrendogli protezione e servigi, come un tempo facevano i vassalli con i loro signori. Ma quelli, erano altri tempi.